Capire la differenza tra blockchain pubblica e privata, e cosa distingue anche la variante consortile, non è sempre immediato: le tre tipologie condividono la stessa tecnologia, ma cambiano radicalmente per governance, sicurezza, accesso e casi d’uso.
In un panorama in cui imprese, PA e sviluppatori stanno valutando se adottare sistemi aperti, reti permissioned o modelli collaborativi tra più organizzazioni, orientarsi può diventare complesso.
In questa guida analizziamo in modo chiaro tutte le principali tipologie di blockchain, vedendo come funzionano, quali vantaggi e limiti presentano e soprattutto quale modello scegliere in base alle reali esigenze di un progetto.
Tipologie di blockchain: pubblica, privata e consortile
Quando si parla di tipologie di blockchain, è facile confondersi tra nomi simili e differenze operative meno immediate. In realtà, l’intero ecosistema può essere ricondotto a tre grandi famiglie: blockchain pubblica, blockchain privata e blockchain consortile. Tutte condividono il principio del registro distribuito, ma si distinguono per livello di apertura, governance, modalità di accesso alla rete e partecipazione al consenso.
Per capire davvero quale modello sia più adatto a un progetto aziendale o a un ecosistema più ampio, è utile partire da due concetti chiave: il ruolo della tecnologia DLT e la differenza tra reti permissionless e permissioned.
DLT e blockchain
La Distributed Ledger Technology (DLT) è la categoria tecnologica che racchiude tutte le forme di registri distribuiti: sistemi dove più nodi condividono, validano e aggiornano dati senza un’autorità centrale unica.
La blockchain è una particolare implementazione di DLT che organizza i dati in blocchi concatenati e resi immutabili tramite algoritmi di consenso (Proof of Work, Proof of Stake, PBFT, ecc.).
Da qui si deduce che non tutte le blockchain sono aperte, pubbliche o pensate per le criptovalute: anzi, oggi sempre più aziende adottano modelli privati o consortili per motivi di sicurezza, privacy e governance.
Tipi di blockchain: permissionless vs permissioned
Prima ancora di distinguere tra pubblica, privata e consortile, bisogna aver chiaro un criterio trasversale:
- Le blockchain pubbliche sono quasi sempre permissionless: chiunque può partecipare, leggere i dati e (in molti casi) validare le transazioni.
- Le blockchain private sono sempre permissioned: solo soggetti autorizzati possono accedere alla rete, leggere o scrivere dati, o svolgere ruoli di validazione.
- Le blockchain consortili, invece, sono permissioned ma collaborative: più organizzazioni condividono la governance e decidono insieme chi ha accesso e con quali permessi.
Questa distinzione è fondamentale perché incide su tre aspetti critici:
- Livello di fiducia richiesto tra gli attori (alto nelle permissioned, nullo nelle pubbliche).
- Modello di sicurezza (decentralizzato nella pubblica, ibrido nelle consortili, centralizzato nelle private).
- Scalabilità e performance (solitamente migliori nelle reti permissioned grazie a un numero inferiore di nodi e a meccanismi di consenso più rapidi).
Blockchain pubblica: cos’è, come funziona e quando usarla
La blockchain pubblica è la forma più conosciuta e rappresentativa tra i diversi tipi di blockchain. È il modello alla base delle criptovalute più diffuse (come Bitcoin ed Ethereum) e si caratterizza per un tratto essenziale: chiunque può accedere, partecipare e verificare le transazioni, senza restrizioni o processi di autorizzazione.
A differenza di una blockchain privata o di una blockchain consortile, qui non esiste alcuna entità centrale che stabilisce chi può entrare nella rete o validare i blocchi. L’intero sistema si fonda su meccanismi di fiducia algoritmica e su un altissimo livello di decentralizzazione.
Le 3 principali caratteristiche della blockchain pubblica
Una blockchain pubblica presenta tre elementi chiave:
- Accesso aperto (permissionless)
Chiunque può leggere i dati, creare un wallet, inviare transazioni e, se equipaggiato con l’hardware necessario, diventare nodo validatore o miner. - Decentralizzazione elevata
La sicurezza deriva dal numero molto elevato di nodi distribuiti globalmente. Questo riduce il rischio di manipolazioni, censure e attacchi mirati. - Consenso distribuito
I meccanismi di consenso più diffusi sono Proof of Work (PoW) e Proof of Stake (PoS), che permettono di convalidare le transazioni senza una terza parte fidata.
Vantaggi e svantaggi di una blockchain pubblica
Ecco i principali vantaggi della blockchain pubblica:
- Massima trasparenza: tutte le transazioni sono pubbliche, verificabili e immutabili.
- Resistenza alla censura: nessuno può impedire a un utente di partecipare o effettuare transazioni.
- Sicurezza elevata: migliaia di nodi rendono estremamente complesso alterare la catena.
Qui i principali svantaggi della blockchain pubblica:
- Scalabilità limitata: il numero elevato di nodi e i meccanismi di consenso possono rallentare il throughput.
- Costi più alti: su molte blockchain pubbliche le commissioni aumentano nei periodi di congestione.
- Privacy ridotta: i dati sono pseudonimi, ma comunque tracciabili da chiunque.
Per questi motivi, una blockchain pubblica è ideale quando l’obiettivo è creare sistemi aperti, accessibili a tutti e resistenti alla censura, ma meno adatta a gestire dati aziendali sensibili o operazioni ad alta riservatezza.
Esempi di blockchain pubbliche e casi d’uso tipici
Esempi noti di blockchain pubblica:
- Ethereum (smart contract, DeFi, NFT, applicazioni decentralizzate)
- Solana, Avalanche, Cardano (applicazioni ad alta performance o focalizzate su specifici scenari)
- Bitcoin (transazioni finanziarie e store of value)
Alcuni casi d’uso tipici:
- Finanza decentralizzata (DeFi)
- NFT e gestione della proprietà digitale
- Registri pubblici consultabili da chiunque, come notarizzazione documentale open e progetti di trasparenza nella PA
- Criptovalute e pagamenti digitali globali
Blockchain privata: caratteristiche, vantaggi e limiti
Tra i vari tipi di blockchain, la blockchain privata è quella più utilizzata in ambito aziendale quando servono controllo, riservatezza e performance elevate. A differenza delle reti pubbliche, qui l’accesso è limitato: solo utenti o nodi approvati possono leggere, scrivere o validare i dati.
È una soluzione pensata per organizzazioni che devono gestire informazioni sensibili, rispettare normative stringenti o garantire una governance centralizzata o semi-centralizzata — condizioni che una blockchain pubblica non può soddisfare in modo nativo.
Come funziona una blockchain privata
Una blockchain privata opera come una rete permissioned: ogni partecipante deve essere autorizzato dall’organizzazione che controlla la piattaforma.
Le caratteristiche principali sono:
- Accesso controllato: l’ingresso dei nodi è regolato da un ente centrale (azienda, gruppo di aziende o provider).
- Ruoli definiti: i nodi non hanno tutti gli stessi permessi; alcuni possono validare blocchi, altri solo leggere o proporre transazioni.
- Consenso più rapido: grazie al numero limitato di nodi, si utilizzano algoritmi di consenso leggeri (come PBFT, RAFT o IBFT), molto più veloci dei PoW/PoS.
Questo fa sì che una blockchain privata mantenga molti dei vantaggi della tecnologia blockchain (immutabilità, audit trail, sicurezza dei dati), ma con un modello operativo più vicino ai sistemi enterprise tradizionali.
Vantaggi e svantaggi di una blockchain privata
I principali vantaggi di una blockchain privata:
- Prestazioni elevate: transazioni veloci, basso consumo energetico, alta scalabilità.
- Maggiore privacy: i dati non sono accessibili a chiunque, condizione ideale per contesti regolamentati.
- Governance chiara: una singola entità o un gruppo ristretto definisce regole, permessi e politiche di accesso.
- Compliance più semplice: facilita l’adeguamento a normative come GDPR, ISO 27001 o requisiti settoriali.
Gli svantaggi di una blockchain privata:
- Minor decentralizzazione: la fiducia è riposta nell’ente che controlla la rete.
- Rischio di “single point of failure”: se la governance è troppo centralizzata, eventuali compromissioni possono avere un impatto maggiore.
- Trasparenza ridotta: non è adatta a scenari in cui serve un registro pubblico verificabile da chiunque.
Per questo motivo, una blockchain privata è ideale quando serve un ambiente controllato e sicuro, ma non quando l’obiettivo è la massima apertura o l’auditabilità pubblica.
Esempi di utilizzo aziendale della blockchain privata
La blockchain privata trova applicazione in numerosi settori:
- Gestione documentale e notarizzazione interna
(audit trail immutabile, versioning sicuro, certificazione temporale dei documenti.) - Supply chain e tracciabilità dei processi
(monitoraggio dei flussi aziendali senza esporre dati sensibili all’esterno.) - Identità digitale e access management
(gestione decentralizzata delle credenziali con livelli di permesso differenziati.) - Finanza e assicurazioni
(log delle operazioni, automazione dei processi tramite smart contract, compliance interna.)
In aziende con più sedi, team distribuiti o processi critici, una blockchain privata rappresenta spesso il compromesso ideale tra innovazione, sicurezza e controllo.
Per scoprire di più sull’argomento, leggi la nostra guida Blockchain per aziende.
Blockchain consortile: la via di mezzo tra pubblico e privato
Tra le tipologie di blockchain esistenti, la blockchain consortile rappresenta il modello più collaborativo e bilanciato: una rete permissioned governata non da un singolo soggetto (come accade nella blockchain privata), ma da un gruppo di organizzazioni che ne condividono regole, responsabilità e benefici.
È il modello ideale quando serve fiducia distribuita tra più attori, ad esempio in una filiera produttiva, tra aziende partner o tra enti pubblici e privati, senza rinunciare a controllo, privacy e performance.
Cos’è una blockchain consortile e chi la governa?
In una blockchain consortile, la governance è multi-attore: ogni membro del consorzio ha un ruolo nella definizione delle regole, nella validazione dei blocchi e nella gestione dell’infrastruttura.
A differenza della blockchain pubblica, l’accesso non è aperto a chiunque; a differenza della blockchain privata, il potere decisionale non è accentrato in un’unica entità.
Le sue caratteristiche principali sono:
- Accesso permissioned, ma condiviso: solo gli attori riconosciuti dal consorzio possono partecipare alla rete.
- Ruoli distribuiti tra più organizzazioni: la validazione dei blocchi è effettuata da nodi gestiti da soggetti diversi.
- Regole governate da un accordo comune: ogni partecipante contribuisce alla definizione del modello operativo.
Vantaggi e criticità della blockchain consortile
I vantaggi della consortium blockchain:
- Equilibrio tra apertura e controllo: più trasparente della blockchain privata, più regolamentata della blockchain pubblica.
- Maggiore sicurezza della governance: nessun singolo attore può manipolare la rete o modificare unilateralmente le regole.
- Performance elevate: grazie a un numero limitato di nodi e algoritmi di consenso rapidi.
- Privacy e gestione dei dati sensibili: ideale quando le informazioni non possono essere esposte pubblicamente.
Le 3 principali criticità della blockchain consortile:
- Coordinamento complesso: richiede processi chiari e un solido accordo tra tutti i membri.
- Onboarding più lento: ogni nuovo attore deve essere valutato, autorizzato e integrato nella rete.
- Richiede governance matura: non adatto a ecosistemi poco organizzati o con conflitti di interesse interni.
In generale, la blockchain consortile è un ottimo compromesso per contesti che richiedono fiducia distribuita e collaborazione costante tra più entità autonome.
Casi d’uso tipici della blockchain consortile
La blockchain consortile si presta particolarmente a scenari multi-stakeholder:
- Supply chain interaziendale
(produttori, fornitori, distributori e retailer condividono dati certificati lungo l’intera filiera.) - Settore bancario e finanziario
(banche che collaborano per KYC, scambio sicuro di informazioni, registri condivisi tra istituti.) - Sanità e interoperabilità dei dati clinici
(ospedali, laboratori e assicurazioni che necessitano di scambiare dati sensibili con regole comuni.) - Ecosistemi pubblico-privati
(PA e aziende che devono certificare processi, appalti o documenti senza esporre dati pubblicamente.)
Differenza tra blockchain pubblica e privata (e consortile): i criteri da valutare
Comprendere la differenza tra blockchain pubblica e privata, e in che modo la blockchain consortile si posizioni a metà tra questi due modelli, è fondamentale per scegliere l’architettura più adatta a un progetto. Anche se tutte condividono l’idea di registro distribuito, cambiano radicalmente per governance, sicurezza e livello di fiducia richiesto tra gli attori.
Per orientarsi tra questi tipi di blockchain, è utile valutare alcuni criteri concreti.
Ecco una pratica tabella che confronta in modo immediato le principali differenze tra blockchain pubblica e privata, ma anche consortile:
| Criterio | Blockchain pubblica | Blockchain privata | Blockchain consortile |
| Governance | Decentralizzata, distribuita tra tutti i nodi | Centralizzata, gestita da un’unica organizzazione | Condivisa tra più enti del consorzio |
| Accesso | Aperto a chiunque (permissionless) | Limitato e su invito (permissioned) | Limitato ma condiviso tra più attori (permissioned collaborativo) |
| Livello di fiducia richiesto | Nessuna fiducia tra utenti, si segue il protocollo | Fiducia nell’organizzazione che controlla la rete | Fiducia distribuita tra i membri del consorzio |
| Sicurezza | Altissima grazie a migliaia di nodi pubblici | Dipende dall’infrastruttura interna | Alta, grazie alla validazione condivisa |
| Privacy dei dati | Bassa (dati pubblici e pseudonimi) | Alta (dati accessibili solo ai membri) | Elevata con regole condivise tra i partecipanti |
| Scalabilità e performance | Limitata dai meccanismi di consenso pubblici | Molto elevata grazie a nodi selezionati | Elevata, simile alle private ma più bilanciata |
| Costi operativi | Variabili (fee di rete, gas, congestione) | Stabili, gestiti internamente | Condivisi tra i membri del consorzio |
| Casi d’uso tipici | Criptovalute, DeFi, NFT, applicazioni aperte | Gestione documentale interna, supply chain aziendale, identity | Filiera, banking cooperativo, ecosistemi PA-privati |
| Esempi | Bitcoin, Ethereum, Solana | Hyperledger Fabric privati, Corda | Hyperledger Fabric consortile, R3 Corda consortile |
Le blockchain pubbliche garantiscono massima trasparenza e decentralizzazione, quelle private offrono controllo e performance elevate, mentre il modello consortile rappresenta l’equilibrio ideale per ecosistemi collaborativi. Questa sintesi aiuta a orientarsi tra le diverse tipologie di blockchain e a scegliere con maggiore consapevolezza.
Tipi di blockchain e casi d’uso: quale modello scegliere per la tua azienda
Scegliere tra i diversi tipi di blockchain non significa solo confrontare tecnologie, ma valutare esigenze reali: governance, livello di fiducia tra gli attori, sensibilità dei dati, performance attese e contesto regolamentare. Ogni modello ha un ruolo preciso e risponde a necessità molto diverse.
Per capire quale soluzione adottare, è utile partire dagli scenari più comuni in cui queste tecnologie vengono implementate.
Quando preferire una blockchain pubblica
Una blockchain pubblica è la scelta più coerente quando:
- serve massima trasparenza per garantire audit pubblici o registri aperti;
- l’applicazione è rivolta a utenti globali senza barriere d’ingresso;
- decentralizzazione e resistenza alla censura sono requisiti fondamentali;
- si vuole beneficiare di un ecosistema già ricco di strumenti, smart contract e interoperabilità (es. Ethereum).
Esempi di scenari ideali: criptovalute, marketplace NFT, piattaforme di DeFi, notarizzazione pubblica, applicazioni open-source e iniziative che richiedono fiducia algoritmica anziché istituzionale.
Quando ha senso una blockchain privata
La blockchain privata è preferibile quando:
- si gestiscono informazioni sensibili non pubblicabili su reti aperte;
- è necessario controllare rigorosamente accessi, ruoli e permessi;
- servono prestazioni elevate, con volumi di transazioni consistenti;
- bisogna rispettare normative come GDPR, ISO o compliance settoriali.
Esempi di utilizzo: gestione documentale interna, log aziendali immutabili, supply chain controllate, digital identity aziendale, audit trail sicuri e automazione di processi tramite smart contract permissioned.
Quando la blockchain consortile è la soluzione più equilibrata
La blockchain consortile è ideale nei progetti in cui:
- più aziende o enti devono collaborare condividendo dati affidabili e verificabili;
- serve governance distribuita ma con regole condivise;
- la fiducia va suddivisa tra attori diversi (es. più banche, più ospedali, più enti della PA);
- servono performance elevate ma senza rinunciare alla trasparenza tra partner.
Esempi di scenari: filiere produttive multi-azienda, ecosistemi bancari cooperativi, assicurazioni interconnesse, reti sanitario-amministrative, partnership pubblico-private.
Valutazione dei requisiti e primi passi: partire da un POC
Indipendentemente dal tipo di blockchain scelto, la fase iniziale dovrebbe sempre prevedere:
- Analisi dei requisiti
(dati coinvolti, regole di governance, utenti, volumi, compliance). - Definizione del modello di accesso
(aperto, permissioned, consortile). - Progettazione di un Proof of Concept (POC)
per validare ipotesi tecniche e benefici concreti. - Roadmap di adozione con integrazione nei sistemi esistenti.
Questo approccio permette alle imprese di comprendere concretamente vantaggi, limiti e ROI della tecnologia blockchain prima di investire in implementazioni più estese.
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